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Corso di Laurea Triennale in Scienze Faunistiche

La nutria Myocastor coypus in Italia: aggiornamento della distribuzione e potenziali impatti



Titolo della tesi


La nutria Myocastor coypus in Italia: aggiornamento della distribuzione e potenziali impatti

 

 

Candidato


Vignolini Lorenzo

 

 

Relatore


Pugliese Carolina

 

Correlatore


Mori Emiliano

Mazza Giuseppe

 

Anno accademico


2018 - 2019

 

Riassunto


Lo scopo della tesi è di fornire un aggiornamento della distribuzione della nutria in Italia e mostrare i potenziali impatti sul territorio.
La nutria è un roditore semiacquatico di dimensioni medio-grandi, originario del sud America e introdotto in tutto il mondo per l’allevamento destinato alla produzione di pellicce.
In Italia la nutria è presente dal 1928, mentre le prime popolazioni naturalizzate sono osservate da fine anni ’60. A partire da quel periodo, la nutria ha mostrato una cospicua espansione in tutta Italia (tranne in Valle d’Aosta); dalla sintesi dei dati estrapolati, gli impatti della nutria in Italia includono:
• Danno all’agricoltura;
• Danno all’arginature;
• Danno alla vegetazione ripariale;
• Diffusione di patologie;
• Calpestamento delle uova degli uccelli.
All’interno della tesi è stata inoltre riportata la situazione nella regione Toscana, dal punto di vista dei danni all’agricoltura nelle provincie di Firenze e Grosseto.
Dai risultati mostrati in questa tesi, emerge come la situazione italiana riguardo la diffusione della nutria sia compromessa, a causa del ritardo con cui si è affrontata la situazione. La nutria è presente attualmente in tutto il territorio nazionale, eccezion fatta per la Valle d’Aosta. A dispetto di questo, i danni all’agricoltura in Toscana sembrano essere limitati (o poco denunciati), principalmente sui bordi delle colture.
Vista l’influenza negativa dalla specie sugli ecosistemi nativi da parte di questo roditore, e la sua presenza nella lista delle specie aliene di interesse europeo (Reg. Eur. 1143/2014), l’eventuale insediamento della nutria in nuove aree dove potrebbe risultare particolarmente impattante dovrebbe essere limitato, a dispetto del ridotto danno esercitato alle zone coltivate anche dove presente ad alta densità, ponendo anche l’attenzione sui confini per impedire l’ingresso di esemplari provenienti dagli stati confinanti.

 

 

 
ultimo aggiornamento: 14-Feb-2020
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